Apnee notturne e arresto cardiaco: c’è una connessione ormai scientificamente provata . Uno studio pubblicato su LANCET infatti ha dimostrato come il rischio di avere un evento cardiovascolare aumenta di 3 volte in chi soffre di apnee notturne . La Obstructive Sleep Apnea Syndrome (OSAS) , sindrome delle apnee notturne, infatti è un problema spesso trascurato dai medici stessi se non sono otorini o pneumologi. Escludere la presenza di questa patologia, presto dovrà essere ormai compito di molte altre specialità cliniche date le comorbilità che la sindrome può causare. Una persona che soffre di OSAS può avere centinaia di apnee per notte: queste pause della respirazione possono causare cambi repentini e gravi nei livelli dell’ossigenazione affaticando il cuore a tal punto da far aumentare la frequenza cardiaca e favorire il rischio vascolare. Ecco quindi spiegato il nesso tra arresto cardiaco e sonno. Il cardiologo quindi è tra i primi clinici a dover valutare la qualità del sonno del paziente che visita.
Ma non solo il cuore risente di una cattiva qualità del riposo notturno. Questo può anche determinare problemi di memoria o problemi sociali quali scarsa produttività sul lavoro per non parlare dei rischi per chi è alla guida. Disfunzione erettile ed obesità integrano infine il quadro delle gravi conseguenze dell’OSAS.
Nel 2015 è stata recepita la normativa europea che prevede la polisonnografia per il rinnovo della patente, la valutazione cioè del sonno per escludere la presenza di pericolose apnee che pregiudichino lo stato dell’attenzione alla guida .
Questo esame che può essere eseguito sia in regime di ricovero che a domicilio registra le onde cerebrali, il livello di ossigeno nel sangue, la frequenza cardiaca e la respirazione, così come i movimenti degli occhi e delle gambe. Il tutto tramite l’applicazione di sensori in varie parti del corpo. La qualità del sonno è inevitabile che non sia realistica avendo la scomodità di cavi ovunque e dovendo dormire rigorosamente supini.
La tecnologia di un’azienda israeliana, ITAMAR, ha trovato la soluzione brillante nella creazione di un dispositivo che consiste in un orologio ed un sensore a dito simile ad un saturimetro. Malgrado le apparenze quel sensore è molto lontano dall’essere solo un misuratore della quantità di ossigeno nel sangue. Esso infatti è la centrale che grazie ad un algoritmo brevettato ( PAT) registra le variazioni del tono arterioso periferico. Queste variazioni riflettono a loro volta le variazioni del sistema nervoso simpatico e consentono quindi di rilevare gli stadi del sonno, veglia e REM. Questo apparecchio si chiama WATCHPAT ed è commercializzato in esclusiva dall’azienda VE.DI.SE. Hospital S.p.A. di Roma.
Ora grazie a WATCHPAT eseguire una diagnosi del sonno sarà più facile sia per il medico che per il paziente. Il medico potrà sapere più velocemente , senza aspettare i tempi biblici del SSN se escludere o meno l’OSAS dal quadro clinico del paziente, mentre il paziente dormirà meglio nel confort del proprio letto.